Perché il gatto “fa la pasta”? Analisi etologica del kneading
Un gesto che nasce nella culla: origini neonatali del kneading
I gattini appena nati stimolano le mammelle materne con un movimento alternato delle zampe anteriori per favorire il flusso di latte. Questo riflesso, strettamente connesso alla sopravvivenza nei primi giorni di vita, persiste nell’adulto come comportamento residuale. L’ipotesi più accreditata suggerisce che il kneading resti ancorato alla memoria sensoriale di sicurezza e nutrimento, riemergendo in situazioni di comfort domestico: un cuscino morbido sostituisce il ventre della madre, mentre le fusa accompagnano la regressione emotiva a quello stadio primordiale.
Comfort e benessere: il ruolo del kneading nell’adulto
Osservare un gatto che “fa la pasta” su una coperta è spesso indice di uno stato di rilassatezza profonda. Studi comportamentali evidenziano un aumento dei livelli di endorfine durante la sequenza, paragonabile a una sorta di auto-massaggio antistress. Il movimento mantiene inoltre la muscolatura flessibile e stimola la micro-circolazione delle zampe, piccoli benefici fisici che si sommano al piacere psicologico. Per l’animale, il rituale è parte di una routine di auto-cura essenziale al benessere quotidiano.
Territorialità e marcatura invisibile: feromoni in punta di zampa
Sotto i morbidi cuscinetti plantari i gatti possiedono ghiandole odorifere. Durante il kneading, una minuscola quantità di feromoni viene rilasciata sull’oggetto manipolato, trasformandolo in un “biglietto da visita” olfattivo. Sebbene noi non percepiamo questi segnali chimici, per il gatto rappresentano una firma territoriale che rafforza il senso di familiarità con l’ambiente. Questa funzione spiegerebbe perché molti felini impastano proprio sui proprietari: dichiarano affiliazione e “appartenenza reciproca” all’interno del gruppo familiare multispecie.
Kneading e fusa: sinergia di segnali sociali
Il kneading è spesso accompagnato dalle fusa, un suono a basse frequenze con effetti calmanti documentati. La simultaneità di movimenti e vibrazioni crea un feedback positivo: il gatto si auto-tranquillizza e, al contempo, comunica uno stato di fiducia alle persone o agli animali presenti. Questa duplice valenza — autorassicurazione e social bonding — rende il rituale un potente strumento di coesione nel rapporto uomo-gatto, rinforzato dall’ossitocina rilasciata in entrambi gli individui durante l’interazione.
Quando il kneading diventa problematico: graffi e iperstimolazione
Non sempre “fare la pasta” è innocuo: unghie non spuntate possono danneggiare tessuti o pelle, mentre sessioni troppo prolungate possono indicare ansia o frustrazione. Gli esperti raccomandano di offrire alternative adeguate — coperte spesse, tappetini in pile — e di monitorare possibili segnali di stress come dilatazione pupillare o scatti d’irritazione. In tal caso, è opportuno interrompere gentilmente l’attività reindirizzando il gatto verso un gioco o una postazione di riposo, senza punizioni che comprometterebbero il legame di fiducia.
Kneading e sterilizzazione: mitologia e realtà
Circolano miti secondo cui il kneading aumenterebbe o diminuirebbe dopo la sterilizzazione. In realtà le evidenze scientifiche mostrano che l’atto non è correlato agli ormoni sessuali, ma a meccanismi di comfort; quindi, la frequenza rimane tendenzialmente invariata. Tuttavia, l’animale sterilizzato può dedicare più tempo a comportamenti di cura perché riduce la spesa energetica legata alla riproduzione. È dunque possibile osservare una lieve intensificazione del fenomeno, senza che ciò implichi cambiamenti endocrini diretti.
Come favorire un kneading sano: consigli pratici
Per convivere serenamente con il kneading, mantenere le unghie del gatto regolarmente spuntate è la prima misura preventiva. Collocare coperte dedicate nei luoghi preferiti dall’animale e premiare con carezze o snack la scelta di tali supporti rinforza il comportamento in aree sicure. Integrare arricchimento ambientale — tiragraffi, nicchie sopraelevate, puzzle feeder — riduce lo stress di base, impedendo che la pasta si trasformi in segnale compulsivo. Infine, imparare a leggere i segnali corporei consente di rispettare i momenti in cui il gatto desidera semplicemente rilassarsi senza essere disturbato.
Conclusione:Il kneading è un affascinante residuo comportamentale che attraversa la storia evolutiva del gatto, dal bisogno di latte neonatale alla ricerca di comfort nell’età adulta. Comprenderlo aiuta i proprietari a interpretare meglio lo stato emotivo dell’animale e a promuovere un ambiente domestico armonioso. Con piccoli accorgimenti — come superfici morbide, unghie curate e arricchimento ambientale — questo gesto può restare un dolce rituale di fiducia reciproca, consolidando ancor di più il legame con il nostro compagno felino.